sabato 29 marzo 2008

L'attimino fuggente, 2

Poche cose mi irritano più della sciatteria, soprattutto di linguaggio. Intendo sciatteria come adesione acritica alle mode, all'imperialismo prepotente e arrogante del linguaggio televisivo, pieno di vezzi che mi fanno lo stesso effetto di un'unghia sulla lavagna. Al momento il mio arcinemico è il trionfante "fare sesso" di cui pare che nessuno possa più fare a meno, e con un'autonomia massima di cinque minuti. Va be', ne ho già parlato. Però ho avuto un colpo al cuore vedendo "Caos calmo", film che mi è parso dignitoso ma mi ha lasciata fredda come un telegiornale di una settimana fa. E' Moretti che mi ha fatta soffrire, Moretti che mi piace quasi sempre ma qui non c'entra. C'è una scena in Palombella rossa, in cui prende a schiaffi una povera giornalista rea di avere detto "un matrimonio in pezzi" e altre frasi fatte, gridando "chi parla male pensa male". Quanto mi ha trovata d'accordo, idealmente al suo fianco, non lo saprà mai. Un mio punto fermo. E in questo film che non ha diretto ma in cui ha collaborato alla sceneggiatura, che mi combina? Dice "buona giornata" e chiama la figlia "pulce". Ahimé, quandoque bonus dormitat Homerus, ma devo concedere a Nanni la stessa indulgenza che a Omero? Ci sono rimasta male, davvero.

1 commento:

Massimo Citi ha detto...

Secondo me Moretti non merita la stessa indulgenza che proverbialmente si concede a Omero. Il film non l'ho visto e non credo lo vedrò mai e per quanto riguarda il libro dal quale è tratto penso sia un buona prova per un ex-scrittore.
Non sono particolarmente acido, stamattina. Semplicemente mi disturba il business senza qualità.